Chi Siamo

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS-APS (U.I.C.I) è un’Associazione fondata nel 1920.

I valori dell’U.I.C.I., un secolo dopo, sono gli stessi che hanno ispirato il suo fondatore, Aurelio Nicolodi: accogliere, ascoltare, sostenere, tutelare, condividere, includere, sono i valori fondativi dell’U.I.C.I. che da 100 anni promuove l’uguaglianza dei diritti con impegno, passione, dedizione, tenacia e autorevolezza, per donare luce alle persone cieche, ipovedenti e con disabilità plurime, in tutta Italia.

Centinaia di donne e di uomini animati da puro spirito di volontariato e segnati dalla stessa disabilità lavorano ogni giorno con fervore e competenza per offrire risposte alle persone con disabilità visiva di tutte le età.

Cittadini tra i cittadini, persone tra le persone: questo è il traguardo che l’Unione persegue.

“Non camminarmi davanti, potrei non seguirti;
Non camminarmi dietro, potrei non guidarti;
Camminami a fianco e sii mio amico!
nessun limite per fare strada insieme!”

Storia

L’atto di fondazione dell’Unione Italiana Ciechi si compie a Genova il 26 ottobre 1920. Esso è il frutto della convergenza, realizzata da Aurelio Nicolodi e dai suoi più stretti collaboratori, fra gruppi e comitati di ciechi già esistenti (musicisti,  maestri operanti negli istituti, ciechi di guerra).

Il più organizzato, tra essi, è il Comitato Pro Pensioni, sorto a Firenze nel 1919 che, fin dall’inizio, riesce a far conoscere all’opinione pubblica i suoi programmi e i suoi obiettivi attraverso la pubblicazione de Il Corriere dei Ciechi. Ciò costituisce la premessa per l’insediamento, nel capoluogo toscano, dell’Unione Italiana Ciechi, di cui il Comitato Pro Pensioni, costituito dai Ciechi di Guerra, rappresenta il nucleo forte.

Firenze diventa, così, il punto di riferimento nazionale per il processo di riscatto dei non vedenti promosso dall’Associazione che, con il Regio Decreto del 1923, sarà ufficialmente investita, nella sua veste giuridica di Ente Morale, del ruolo di rappresentanza e di tutela degli interessi dei privi della vista.

Di qui, per oltre un ventennio, la Presidenza Nazionale dell’Unione guiderà il cammino dei privi della vista verso l’obiettivo dell’integrazione sociale, promuovendo idee e strategie del tutto nuove in materia di assistenza, istruzione e lavoro.

Sullo sfondo di questo impegno, sorgeranno a Firenze iniziative e strutture destinate, nel loro insieme, a costituire un polo di attrazione per i non vedenti dell’intero Paese: nel 1929 sarà fondata la Scuola Nazionale Cani Guida Per Ciechi, la prima, nel suo genere, in Europa. Nel 1930 sarebbe stato inaugurato con grande solennità, alla presenza di Vittorio Emanuele III, il nuovo Istituto Nazionale per Ciechi che avrebbe avviato, tra l’altro, i primi corsi di “massaggio”, destinati a diventare un modello per tutta l’Europa e ad aprire una nuova strada per l’inserimento dei ciechi nel mondo del lavoro. Nel 1934, infine, si sarebbero poste le basi per la costituzione dell’Ente Nazionale di Lavoro per Ciechi, un’interessante esperienza, per quegli anni, di lavoro integrato e protetto.

Con la fine della seconda Guerra mondiale e il passaggio della Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana Ciechi da Aurelio Nicolodi a Paolo Bentivoglio, la Sede Centrale dell’Associazione si trasferiva a Roma.

L’11 maggio 1954, un gruppo di ciechi con il sostegno della Sezione stessa, dell’Amministrazione Provinciale di Firenze e di un Comitato spontaneo vicino all’On. Orazio Barbieri e all’On. Giovanni Pieraccini, iniziò, a piedi, con lo stupore e l’ammirazione dell’intera opinione pubblica nazionale, la cosiddetta “marcia del dolore” verso Roma. L’obiettivo era il conseguimento di una pensione che riconoscesse, in termini economici, a norma dell’art. 38 della Costituzione, i pesanti condizionamenti derivanti dalla cecità. L’impressione suscitata dall’avvenimento fu enorme e alla fine il Parlamento votò a stretta maggioranza la concessione del cosiddetto “assegno vitalizio” per i ciechi civili in condizioni di bisogno.

Fu un risultato di grande portata storica, perché rappresentò la prima pietra nella costruzione dello Stato sociale e perché determinò nel Parlamento nuovi equilibri politici che non coincidevano con la maggioranza da cui era sostenuto il Governo di Mario Scelba.

La nostra Mission

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti promuove ed attua ogni iniziativa a favore dei minorati della vista, anche mediante convenzione con lo Stato ed enti pubblici e privati, in quanto:

  • favorisce la piena attuazione dei diritti umani, civili e sociali dei ciechi e la loro equiparazione sociale e l’integrazione in ogni ambito della vita civile tramite iniziative per la prevenzione della cecità, per la riabilitazione, l’istruzione, la formazione culturale e professionale dei ciechi e degli ipovedenti;
  • favorisce la piena attuazione del diritto al lavoro per i minorati della vista, tramite il collocamento lavorativo e l’attività professionale, sia in forme individuali che cooperative;
  • attua iniziative assistenziali, con particolare attenzione ai pluriminorati, agli anziani e a quei soggetti in situazione di particolare emarginazione sociale, nonché specifici interventi per l’integrazione scolastica, professionale e sociale dei minorati della vista;
  • opera nel campo tiflologico e tiflotecnico per garantire la disponibilità di sempre più avanzati strumenti a condizioni di mercato accessibili.

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è costituita da una struttura Nazionale, da strutture Regionali e da strutture Territoriali dotate di propria autonomia gestionale, amministrativa, patrimoniale e fiscale.

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha istituito alcuni enti paralleli che svolgono servizi specifici indirizzati ai minorati della vista, intesi all’integrazione degli stessi nel tessuto sociale.

Riportiamo di seguito una sintetica descrizione delle strutture di cui sopra con i relativi compiti istituzionali:

  • I.Ri.Fo.R. – Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione

L’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R.), è stato costituito nel 1991 dall’UICI allo scopo di divenire lo strumento operativo per una piena integrazione sociale e lavorativa dei disabili visivi.

L’I.Ri.Fo.R., subito dopo la sua costituzione, ha ottenuto il riconoscimento quale Ente di Ricerca (è iscritto all’Anagrafe Nazionale degli enti di ricerca con il codice 118913F). Come tale ha svolto le prime e fondamentali ricerche sugli aspetti statistico-medico-sociali della cecità (riconosciuta dal Ministero della Sanità, che l’ha finanziata) e sulle esigenze formative dei disabili visivi (in collaborazione con la fondazione Labos).

L’I.Ri.Fo.R., nel 1993, ha ottenuto il riconoscimento dell’Unione Europea, con l’inserimento nella rete degli Istituti di Riabilitazione compresi nella iniziativa comunitaria Helios (ora cessata).

Anche l’I.Ri.Fo.R. (sin dal 10 gennaio 1998) ha acquisito la qualifica di ONLUS ed opera per l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale con divieto di svolgere attività diverse da quelle elencate all’art. 10, comma 1°, lett. a del Decreto Legislativo 4 dicembre 1997 n. 460, e nel 2002 ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato.

Ha le seguenti funzioni:

  • svolgere studi e ricerche nei settori della formazione, della riabilitazione, dell’istruzione, dell’orientamento e dell’addestramento, approfondendo anche le problematiche connesse all’inserimento nel tessuto produttivo dei minorati della vista e di altri portatori di handicap;
  • svolgere studi e ricerche per la individuazione di nuove opportunità lavorative e professionali, con riferimento alla utilizzazione di nuove tecnologie dirette a consentire l’accesso ai minorati;
  • organizzare e gestire corsi di formazione, aggiornamento ed addestramento, nonché iniziative dirette alla riabilitazione dei minorati, anche su incarico di enti pubblici o private istituzioni che ne assumano in tutto o in parte l’onere;
  • organizzare e gestire corsi di formazione dei docenti preordinati sia all’istruzione che all’integrazione degli alunni in situazione di handicap nelle scuole di ogni ordine e grado;
  • concedere borse di studio per la frequenza ai corsi di formazione, aggiornamento ed addestramento anche presso altre istituzioni o scuole;
  • fornire consulenza e prestare servizi alle istituzioni pubbliche e private nei settori di competenza;
  • curare la pubblicazione dei risultati delle ricerche effettuate, nonché di materiale didattico.

Le sedi periferiche I.Ri.Fo.R. coincidono con quelle dell’UICI.

  • Stamperia Braille di Firenze

Nata sulle ceneri della Prima Guerra Mondiale, la Stamperia Braille di Firenze ha iniziato a lavorare a pieno ritmo nel 1924, dopo l’entrata in vigore della legge che estendeva anche ai non vedenti l’obbligo dell’istruzione scolastica.

Gli obiettivi erano chiari: fornire alle scuole speciali per ciechi testi scolastici e culturali ad un prezzo più vicino possibile a quello dei testi “in nero”, contribuendo ad aprire per loro le porte della conoscenza.

Il codice Braille è infatti l’unico metodo realmente capace di rendere possibile l’autonomia culturale della persona non vedente. L’uso di altri mezzi (audiocassette, strumenti informatici di vario tipo) aiuta ad acquisire nuove informazioni, ma non può sostituire l’istruzione di base né garantire da solo quel livello culturale che consente l’utilizzazione ottimale di tutti i sussidi, anche informatici, esistenti.

Nel 1979, con lo scioglimento dell’Istituto per Ciechi Vittorio Emanuele II del quale faceva parte, la Stamperia è passata sotto le competenze della Regione Toscana.

Per i ragazzi ciechi si è trattato di una vera e propria svolta: grazie ai nuovi criteri didattici e pedagogici, contrari ad ogni tipo di emarginazione, non avrebbero più studiato negli istituti a loro riservati, ma nelle scuole di quartiere, insieme a tutti gli altri.

Invece di provvedere alla stampa di molte copie di uno stesso testo, come accadeva quando i non vedenti studiavano tutti insieme, la Stamperia Braille di Firenze è da allora impegnata nella trascrizione e nella stampa di poche copie di molti testi diversi, la cui trasposizione dal “nero” al Braille costituisce la fase più complessa e più lunga del lavoro.

L’attività è quindi cresciuta, ma la Stamperia fiorentina riesce a garantire la produzione necessaria per gli studenti toscani e a far fronte alle richieste che vengono dal resto d’Italia o addirittura dall’estero, ristampando le opere in catalogo e, quando possibile, anche testi mai trascritti in Braille.

Accanto all’elevato livello delle pubblicazioni, garantito da sempre, mantiene la consueta politica dei prezzi, rigorosamente contenuti.

  • Scuola cani guida di Scandicci

La Scuola, nata per iniziativa dell’Unione Italiana Ciechi, viene attribuita dal D.P.R. 616/1977 alla Regione Toscana che la gestisce dal 1° Aprile 1979.

La Struttura svolge la funzione di assicurare ai non vedenti un’adeguata autonomia di movimento tramite la disponibilità di cani addestrati alla guida e si propone di favorirne l’inserimento e l’integrazione nelle attività sociali e civili.

In tale ambito la Scuola cura l’approvvigionamento, l’allevamento, la selezione e l’addestramento di cani alla guida dei non vedenti ed organizza presso la propria sede Corsi d’Istruzione tesi a consentire al non vedente l’apprendimento del corretto uso del cane e della corretta tenuta dello stesso, nonché a favorire la reciproca conoscenza ed armonia tra privo di vista e cane.

  • Centro Nazionale del Libro Parlato

Il Centro Nazionale del Libro Parlato è un servizio che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti offre da quasi cinquant’anni ai non vedenti e a tutte le persone che hanno difficoltà di lettura. Il servizio si svolge a mezzo prestito gratuito di oltre ventimila opere registrate su cd-rom e vari supporti informatici disponibili per i download e costituisce uno strumento di emancipazione culturale e sociale non solo per i ciechi, ma anche per tutte quelle persone che per patologia o per l’età avanzata hanno disturbi visivi. Il Centro Nazionale del Libro Parlato ha sede legale a Roma presso la Presidenza Nazionale dell’U.I.C.I., sul territorio nazionale l’organizzazione si dispiega presso le Sezioni Territoriali dell’U.I.C.I.

Per qualsiasi informazione riguardante le modalità di iscrizione ed erogazione del servizio sul territorio toscano, ci si può rivolgere alla Sezione di riferimento.

  • Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB) – Sezione Italiana

La Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB Italia Onlus) è un ente senza fini di lucro deputato per legge a promuovere la prevenzione delle malattie oculari e della cecità nonché la riabilitazione visiva degli ipovedenti.

La IAPB Italia è stata fondata nel 1977 per iniziativa dell’UICI e della Società Oftalmologica Italiana (SOI), alle quali nel 1989 si è affiancata l’Associazione Professionale Italiana Medici Oculisti (APIMO). È stata, quindi, riconosciuta ufficialmente dallo Stato con la Legge 284/97.

Lo scopo della IAPB è quello di promuovere e sostenere una campagna globale contro tutte le forme di cecità che si possono evitare, con impegno particolare nei riguardi delle comunità prive di mezzi.

  • Centri per l’Educazione e la Riabilitazione Visiva

Per consentire agli ipovedenti un proficuo utilizzo del proprio residuo visivo, l’U.I.C.I. ha promosso la costituzione di Centri di Consulenza, Educazione e Riabilitazione Visiva che, oltre a riabilitare il soggetto ipovedente, valutano i sussidi ottici ed elettronici necessari per migliorare l’autonomia personale e per favorire la migliore integrazione nel tessuto sociale.